14.9.09

1° giorno di scuola


La scuola dei grandi
di Gianni Rodari

Anche i grandi a scuola vanno
tutti i giorni di tutto l'anno.
Una scuola senza banchi,
senza grembiuli né fiocchi bianchi,
e che problemi, quei poveretti,
a risolvere sono costretti:
"In questo stipendio fateci stare
vitto, alloggio e un po' di mare".
La lezione è un vero guaio:
"Studiate il conto del calzolaio".
Che mal di testa, il compito in classe:
"C'è l'esattore, pagate le tasse".


Siamo in prima, primo giorno di scuola. Solo tre ore, da mercoledì saranno otto.
27 bambini. Un'aula che sembra proprio piccolina. Un cortile con un buco, la palestra con il tetto che fa acqua, ma su con l'ottimismo, qualcuno prima o poi li riparerà
(che strana idea pensare che i lavori nelle scuole si debbano fare d'estate, chissà come mi è venuta in mente...).

Il primo disegno, il nome scritto sul cartoncino, il giro turistico della scuola alla ricerca di amici e fratelli.
All'intervallo qualcuno non ha la merenda, offro un cracker di segale terribile della mia scorta (per la dieta...): a me sembra segatura ma dato dalla maestra per loro è buonissimo.
A metà mattina 4 bambini attaccati alle ginocchia mi dicono "maestra ti voglio bene" (ovviamente alle ginocchia della collega un altro gruppetto sussurra le stesse cose).

E' per loro che siamo qui, è per loro che comunque sorridiamo, è per loro che TUTTI dovrebbero investire il massimo in energie ed impegno: per non deluderli, per non ferirli, per non frenarli, per non tarpare ali.

Se si lotta si lotti per loro, se si fa politica la si faccia per loro, se ci sono strategie e fondi si usino per questi cittadini di domani.

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