17.6.11

Una sfida da sostenere



Brave, coraggiose e intelligenti. Solidarieta'!

Fonte: ANSA

Riad, donne alla guida sfidano divieto saudita

Si riprendono e poi postano video sui social network. Eventi di sostegno in tutto il mondo


RIAD - Tante, secondo il comitato promotore, sono state le donne saudite che oggi si sono messe al volante ed hanno sfidato la legge ultraconservatrice del Regno che proibisce loro di guidare. Sono in settemila, su Facebook, ad aver preso l'impegno di partecipare alla protesta, che comincia oggi ma che proseguira' - promette il comitato di 'Women2drive' - fin quando le autorita' saudite non estenderanno il diritto di guida alla popolazione femminile. Testimonianze e filmati di cittadine saudite che raccontano, con entusiasmo e determinazione, la loro esperienza alla guida stanno intasando i social network. Al momento, secondo quando riferiscono le protagoniste della disobbedienza civile, la polizia ha chiuso uno o entrambi gli occhi sulle guidatrici, e non ci sono stati fermi. Una donna di Riad racconta su Twitter di aver superato due macchine della sicurezza, mentre accompagnava in auto i figli a scuola, e di non aver avuto alcun problema. La protesta non prevede assembramenti. Un vademecum, diffuso nei giorni scorsi, invitava le donne ad usare l'auto solo per le proprie necessita' quotidiane, in modo normale, senza strafare o partecipare a cortei.

La protesta e' dunque molto fluida, diluita. Impossibile da quantificare, cosi' come da verificare, in un Paese immenso e di difficile lettura come e' la penisola arabica. Tuttavia il senso di gioia e di liberazione e' stato evidente sin dalle prime ore: a notte ancora fonda, 2Nassaf, questo il suo pseudonimo su Youtube, non ha voluto perdere l'appuntamento con la storia di essere la prima donna a violare oggi la legge ed ha messo sul sito di condivisione un filmato che la ritrae coperta dal niqab (velo nero che lascia intravedere solo gli occhi) mentre guida per le strade semideserte di Riad. Safarzo, su Twitter, invita le compatriote ad evitare le provocazioni, mentre Hendny ricorda che la fede e la convinzione in una causa ''possono smuovere le montagne''. Molti uomini, tra cui scrittori e intellettuali, si sono schierati al fianco della battaglia femminile. Altri pero' hanno organizzato siti e blog in cui invitano, in nome di un Islam ultraortodosso, a bloccare la protesta delle donne, anche ricorrendo alla violenza fisica. La battaglia, che per ora non sembra essere scoppiata per le strade, infuria quindi sui social network. Gli integralisti sembrano privilegiare twitter, dove non mettono i loro volti, ma si nascondono dietro l'icona a forma di uovo. Per questo sono stati chiamati per scherno dagli avversari i ''saudieggs'', le uova saudite.

Nessun commento:

Posta un commento