16.4.12

Basta compiti?



Il dibattito è decisamente attuale:
Compiti a casa? SI O NO?
In Francia, per due settimane, i genitori "esenteranno" i propri figli dall'impegno di studiare una volta lasciata la scuola. Il boicottaggio è stato ideato dalla Fcpe - associazione di genitori dei ragazzi delle scuole francesi - che protesta contro "l'inutilità e l'ingiustizia" dei compiti a casa assegnati ai figli delle elementari.
Dall'appello pubblico del 15 marzo si è ora giunti alla protesta attraverso un blog, dove l'associazione chiede a insegnanti e genitori di organizzare due settimane senza compiti a casa e di immaginare altri modi per comunicare il lavoro fatto in classe. 
In Francia  esiste una legge del 1956 che vieta agli insegnanti di assegnare compiti a casa ai bambini delle scuole primarie. Ma i maestri caricano egualmente di compiti gli alunni. 
Anche in Italia se ne sta discutendo, sui giornali e nei networks tra docenti.
Ecco alcuni articoli per farsi un'idea...


ALCUNE PROVOCAZIONI:
  1. Gli insegnanti si divertono sadicamente a dare i compiti a casa e masochisticamente amano perdere il loro tempo a correggerli?
  2. I genitori ritengono che in classi con numeri elevatissimi di allievi i propri figli abbiano spazio e tempo sufficienti per imparare, approfondire, esercitarsi e non abbiano più necessità di un momento di riflessione/studio individualizzato?
  3. E' possibile impostare diversamente le lezioni in modo tale da limitare al massimo l'impegno oltre le ore di lezione? Sono sicura di sì.
  4. In materie che richiedono studio (storia, geografia) una rilettura ed il provare a raccontare a casa quanto si è capito non ha mai ucciso nessuno. Se ne può fare a meno? A scapito di che cosa?
Io non sono nè sadica nè masochista: capisco che dopo 5 giorni di 8 ore a scuola ci sia bisogno di un meritato riposo. Ma so che ci sono bambini che a volte hanno bisogno di un "allenamento" maggiore che in classe non sempre si riesce ad offrire. In questi casi un buon dialogo e una collaborazione con le famiglie è importante. A volte bastano alcune indicazioni e una ricerca di comuni piccole strategie e anche il genitore più esasperato può sentirsi compreso. E anche con i colleghi l'organizzazione è importante, per evitare di dare compiti quando il collega ne ha già assegnati.
Personalmente assegno raramente compiti nel week end, a volte si tratta di semplici "allenamenti" (vedi tabelline).
Diverso il discorso per le vacanze estive dove l'idea di tornare a scuola dopo tre mesi senza avere mai "ripreso" qualche concetto appreso può essere dannoso. 
Ma si possono far fare cose divertenti, come il tenere un diario delle vacanze in cui raccontare dove si è stati, cosa si è visto, raccogliere qualche notizia sui luoghi visitati, qualche sasso o conchiglia, appiccicare cartoline o biglietti di ingresso, disegnare... (lettura, scrittura, scienze, geografia,storia).
E per chi non si muove da casa? Il luogo in cui si vive offre le stesse possibilità, e può essere interessante scoprire insieme alla famiglia qualcosa sul proprio quartiere o città...
E voi, come la pensate?


1 commento:

  1. mi sembra ottima questa ultima soluzione...
    e soprattutto il dialogo tra insegnanti e genitori in questi casi è ideale..

    RispondiElimina