20.12.12

Cantare in coro



"E' sceso il silenzio, ed ecco l'attacco. 
Ogni volta è un miracolo. 
Tutta questa gente, tutte le preoccupazioni, tutti gli odi e i desideri, tutti i turbamenti, tutta questa vita in cui ci trasciniamo fatta di grida, lacrime, risate, lotte, rotture, speranze deluse e possibilità inaspettate: tutto questo scompare di colpo quando i coristi si mettono a cantare. 
Il corso della vita è sommerso dal canto, d'improvviso c'è una sensazione di fratellanza, di profonda solidarietà, persino d'amore, e le brutture quotidiane si stemperano in una comunione perfetta. 
Anche i visi dei coristi sono trasfigurati: non vedo più Achille Grand-Fernet (che ha una bellissima voce da tenore) né Deborah Lemeur né Ségolène Rachet né Charles Saint-Sauveur. 
Vedo degli esseri umani votati al canto. 
Ogni volta è la stessa storia, mi viene da piangere, ho un nodo alla gola e faccio di tutto per controllarmi, ma quando è troppo è troppo: a stento riesco a trattenermi dal singhiozzare. 
Guardo per terra perché l'emozione è troppa tutta in una volta: è troppo bello, solidale, troppo meravigliosamente condiviso, io non sono più me stesso, sono parte di un tutto sublime al quale appartengono anche gli altri, e in quei momenti mi chiedo sempre perché questa non possa essere la regola quotidiana, invece di un momento eccezionale del coro. 
Quando il coro s'interrompe tutti quanti, con i volti illuminati, applaudono i coristi raggianti. È così bello."  

Da: Muriel Barbery, L’eleganza del riccio, pp.178-79, Edizioni e/o, 2007

1 commento:

  1. Già è così bellooo.San Agostin ripeteva che cantare è come pregare tre volte, e forse fa spuntare le ali a un angelo in paradiso. ;-)

    RispondiElimina