31.5.13

Regioni italiane



E questo è un bel lavoro del collega Giuseppe Auletta dedicato alla geografia e alle regioni italiane. 
Un grazie anche a lui per questa utile risorsa.

La Grande Guerra



L'amico Paolo Gallese ha segnalato questa sua ultima fatica:

"Questo lavoro sulla Grande Guerra 15/18 eseguito in Prezi è disponibile e lo si può utilizzare al link qui proposto. E' utilizzabile solo on line e raccoglie una serie di filmati tematici realizzati da "La Storia siamo noi" di Rai Storia. E' dedicato ovviamente alla scuola secondaria e può essere navigato liberamente (semplicemente cliccando i filmati di interesse) oppure seguendone il percorso via via di approfondimento (cliccando la freccina in basso). E' diviso in 7 capitoli, che osservano il fenomeno da diversi punti di vista, lasciando tuttavia al docente la scelta di volta in volta dei temi da presentare, o dei singoli sottocapitoli sui quali soffermarsi (i capitoli si dividono infatti in 4 parti filmate). Il filmato "Il mondo prima" è propedeutico al periodo storico. I 4 ulteriori e finali filmati "Testimonianze" ricostruiscono attraverso la voce di protagonisti il contesto politico e sociale dell'Italia del tempo e le conseguenze del conflitto.
Un uso semplice della tecnologia per esplorare in modo abbastanza completo, trasversale e variegato un momento cruciale della storia di tutti noi."

30.5.13

il mio elogio della lumaca


E' da un po' che mi frulla l'idea di scrivere qualcosa sulla lumaca...Normale no?
In realtà il pensiero parte da molto più lontano, da quando ho iniziato a pensare che se fosse stato dato a me il compito della Creazione (perchè no?) non avrei fatto assolutamente così gli esseri umani.
I difetti di fabbricazione sono tantissimi ma in particolare mi concentrerò su quelli legati alla sessualità.
Mi chiedo perchè siamo stati fatti maschi e femmine, quando all'apparentemente insignificante lumaca è stata data l'opportunità di essere contemporaneamente le due cose. Per procreare le lumache si accoppiano e si fecondano vicendevolmente e se ne vanno a mettere al mondo le loro creature, soddisfatte sia come padre sia come madre. 
Ma ci pensate a quanti problemi in meno avrebbe avuto l'umanità? 
I soprusi e le violenze sulle donne, le conquiste delle Terre sempre seguite da stupri, i diritti negati con la scusa della religione, la non accettazione del gay (dolore, emarginazione, suicidi) e per parlare di cose più semplici e casalinghe pensate alla gelosia, al tradimento...
Poi certo c'è la parte bella, quella delle emozioni, dei sentimenti che fanno scrivere poemi e poesie e girare bellissimi film, della cura dei piccoli...Ci si sarebbe dovuti limitare a queste meraviglie nella progettazione!

Quest'anno con i bambini a scuola abbiamo guardato meravigliosi documentari sugli animali, sul loro ambiente di vita, sul loro modo di vivere perfettamente in sintonia con tutta la catena alimentare e il loro habitat. 
Solo noi roviniamo tutto inquinando, distruggendo, deturpando in modo irreparabile l'ambiente, umiliando, ferendo o uccidendo le femmine della nostra specie.
Se l'obiettivo del crearci uomini e donne era il farci diventare la razza più evoluta, direi che quello che siamo ora non può ritenersi davvero un bel risultato, tranne alcune eccellenze.
Manca spesso una vera educazione all'affettività, allo stare insieme nel rispetto reciproco, al vedere il femminile nel maschile e il maschile nel femminile;
un'educazione all'esprimere sentimenti di amore e al saperli accogliere e custodire, senza paura di apparire fragili, di mostrare le debolezze.  
E quando queste cose non mancano tutto ruota comunque intorno all'essere maschio e femmina, e ci si ritrova destinati a unirsi o a stare per sempre lontani.
Se fossi stata io il Creatore ci avrei fatti con sembianze umane ma con le caratteristiche delle lumache: con due cornine per saggiare il mondo circostante, tanta saggia lentezza e delicatezza, e due sessi.


p.s. non sono la sola a vedere in questi animali qualcosa di speciale...
La pedagogia della lumaca

...E per chi dice che però l'atto sessuale vale tutti questi inconvenienti, leggete come si divertono loro
Il sesso delle lumache

29.5.13

Come mangiano gli animali il loro cibo

Ottimo per fare scienze e per l'educazione allo stare a tavola!

Respiro




Questa è una lettera scritta da una maestra. La maestra si chiama Margherita Aurora, e vive e lavora a Copparo, uno dei paesi dell'Emilia colpiti l'anno scorso dal terremoto.

E' il suo personale modo di ricordare quelle ore, vissute in classe con i suoi bambini.
Una testimonianza di coraggio e di affetto che vale la pena leggere e far leggere.

"Avevo appena assegnato un lavoro, leggero ma silenzioso, per avere quei preziosi minuti a disposizione per sistemare il registro. 
Le pratiche burocratiche quotidiane mi sono sempre state strette e a fine anno arrivo a detestarle, in quanto reiterate per nove mesi. 
Sulla cattedra due grandi borse piene di opuscoli, pronti per essere distribuiti: riportano i copioni dello spettacolo teatrale che si è tenuto un paio di settimane fa e che i bambini hanno interpretato benissimo, rendendomi, come spesso accade, orgogliosa di loro e conseguentemente di me. 
Si sente un tuono in lontananza, che non riesco a definire: un brontolio sommesso, un tir che passa, un russare pesante, poi mi gira fortissimo la testa e inizia a tremare tutto. 
Il mio sguardo si fissa sui ragazzi, che sgranano gli occhi, increduli, trattenendo il fiato. 
Incrocio Matteo, il mio biondissimo dirimpettaio, che nelle iridi blu ha un interrogativo: che si fa? Dico perentoria: “Sotto i banchi!” e loro ubbidiscono, rapidissimi, senza alcuna discussione, fidandosi ciecamente di me che ora sono il capobranco. 
Il silenzio è irreale. Qualcuno ridacchia sommesso, la reazione tipica che hanno i piccoli quando sono spaventati o vedono qualcosa di nuovo. 
Sotto la cattedra, come un generale in trincea, controllo che i miei soldatini siano tutti al riparo: c’è una specie di feritoia che mi consente di guardarli, mentre tutto continua a tremare: vedo Omaima rannicchiata, vedo Salvo che si fa piccolo nonostante sia grande quasi quanto me, vedo gli occhi sbarrati di Majda, sulla destra. Mi ripeto, come un mantra: ora finisce. 
Poi mi rendo conto che non è così e la mente inizia a pensare cose orribili: cosa accadrebbe se cadesse qualcosa, una lampada, un armadio… il silenzio urla come se esplodesse e allora sento la mia voce, come se non fossi io a parlare, rassicurare i ragazzi. “Siete stati molto veloci ad andare sotto i banchi! Bravissimi! Ora lo sapete, aspettiamo la fine della scossa e poi usciamo in cortile!” E intanto, tutto trema, ancora. 
Almeno 15 secondi, lunghissimi. Provate a contare fino a 15, poi capirete. 
Gli arredi vanno su e giù, avanti e indietro, senza sosta, mentre il rumore continua sommesso e i nostri respiri si fanno più pesanti e trafelati. 
La mia mente va a mio figlio, in sede, una scuola che ha più di cent’anni e lui è in un’aula in mezzo al corridoio, spero che riesca ad uscire subito, indenne. 
Mi assale la nausea, mi gira vorticosamente la testa. 
I bambini si aspettano che io sia forte e in questo momento decido coscientemente di interpretare questo ruolo, quindi lo sarò, ma dentro ho paura. Per la prima volta, nella mia vita, ho paura di morire. 
Molto lentamente i sobbalzi diminuiscono, suona una campana in lontananza, io dico decisa “Fila d’ordine!” e subito tutti sgusciano fuori da sotto i banchi, e in un secondo sono in fila, Martina ha pure il tempo di ricordarmi di prendere il registro, che peraltro è già tra le mie mani. 
Ci avviamo spediti verso la scala antincendio e la scendiamo dalla parte interna, così come previsto dal piano di evacuazione: siamo svelti, ordinati, silenziosi. Ventuno piccoli soldatini ninja, i gradini di ferro non rimbombano sotto i nostri piedi. 
Mentre scendo l’aria fresca ed il sole sul volto mi iniettano una dose di realtà dopo l’esperienza quasi onirica che ho appena vissuto in aula, e temo che capiti qualcosa ora, nel momento di maggiore vulnerabilità. 
Temo che ci sia una nuova scossa e la scala ceda accartocciandosi come un foglio d’alluminio, che qualcuno inciampi, che escano all’improvviso quelli delle medie e ci spintonino, presi dal panico. 
Ma non accade. Tocchiamo terra, tutti sani e salvi. 
Mi rendo conto solo ora che il cuore batte come un tamburo nel petto, ne sento il rimbombo nelle orecchie, respiro affannosamente. 
I bambini, finora silenziosi, iniziano a parlare a voce altissima e, uno dopo l’altro, si mettono a piangere. Li distraggo facendo loro mille complimenti su come si siano comportati correttamente. 
Li svio facendo l’appello. Tento di distoglierli dicendo che possono giocare un po’ sul prato. Niente da fare, hanno paura. 
Allora faccio quello che mi sento, cioè li consolo, li abbraccio uno ad uno, a gruppi, a coppie. Dico loro quelle paroline dolci che vorrei, in questo momento, qualcuno dicesse ai miei figli, i miei due bambini di cui non so nulla, ancora. 
E finalmente ecco, si sciolgono, si rasserenano. 
Nel frattempo mi dicono che in sede è andato tutto bene, che i miei figli sono al sicuro. 
Guardo le colleghe, stravolte, schiacciate dal peso della responsabilità sulla vita dei nostri alunni. 
Non sono passati che cinque minuti e i primi genitori arrivano correndo. 
La testa non si ferma ancora, gira che è una meraviglia, ma sotto questo profumato sole di maggio finalmente so che alla fine siamo salvi, che nulla di grave è accaduto a me o ai miei cari. 
E sento, forte dentro di me, la consapevolezza che il primo TG che vedrò mi parlerà di morti e rovine. 
Ma io sono qui, viva. 
Non so quanto tempo dovrà passare perché queste sensazioni e queste paure mi abbandonino. 
Respiro."

28.5.13

Impariamo a riparare!


Sosta


Ci provo a essere leggera...
Poi mi impiglio tra i rami, 
mi sciolgo un poco in pioggia, mi gonfio e stanca
me ne sto tutta sola
a guardare dall'alto 
senza curiosità e allegria

Si ripartirà
oh sì, 
si ripartirà
ma stasera resto e faccio fiorire
questo tronco che mi lega a terra
che quasi sempre frena
ma adesso mi rassicura

26.5.13

Come dargli torto?



"E' meglio essere ottimisti ed avere torto che essere pessimisti ed avere ragione." 

Albert Einstein

Come non detto...Ma come hanno fatto??

Ho appena scritto il post "Il bambino artigiano, un ritorno impossibile" ed ecco che tra i commenti ce n'è uno di un'insegnante che mi fa scoprire un universo parallelo: una scuola statale nel centro di Milano in cui tutto quello che nelle nostre scuole è vietato viene invece concesso!

http://www.operapizzigoni.it/scuola-e-quartiere/scuola-e-quartiere

E allora, se siamo tutti scuola statale, cosa aspettiamo a chiedere ciò che abbiamo il diritto di avere per i nostri allievi??

Il bambino artigiano. Un impossibile ritorno.


Segnalo questo interessante articolo "Il bambino artigiano" di Marco Carsetti, uscito sul numero 15 della rivista Gli Asini.
Grazie a Nives per avermelo fatto conoscere.

Due passi mi hanno particolarmente colpito.
Il primo:
"il lavoro-gioco che era proprio di ogni bambino si è trasformato in gioco fine a stesso senza più alcun ruolo sociale o di socializzazione, nessun riconoscimento, le scuole sono ambienti del tutto inospitali e incapaci ad accogliere il corpo, l’attività manuale, la pratica e quindi il benché minimo lavoro che abbia un senso per la vita della comunità. Già solo per aver escluso questo si può affermare che la scuola è morta e con essa ogni educazione che abbia caratteristiche simili. Senza un giardino, una cucina, laboratori artigianali, utensili e attrezzi, macchinari, un posto dove tenere e accudire gli animali, che non siano concepiti come svago o extra ma che siano il centro pulsante della vita a scuola, i bambini e i ragazzi rimarranno schiavi del verbalismo, delle lezioni, dei compiti, dei voti, del gioco fine a se stesso e il risultato sarà la mortificazione della loro spinta vitale, dello spirito."

Nella scuola il giardino spesso è inesistente o brutto o pericoloso, i laboratori artigianali sono spariti a causa delle leggi sulla sicurezza che non hanno reso affatto le scuole più sicure, ma sicuramente le hanno rese molto più noiose.
Accudire un animale? Per carità! Martelli, seghetti, chiodi? Banditi! Una cucina? Non se ne parla. Via i forni per la ceramica, via la colla a caldo... Pericoli ovunque, divieti ovunque, ali tarpate alla fantasia e alla creatività.
Siamo andati in gita scolastica, 50 bambini hanno fatto con le loro mani (e le terribili macchine per la pasta) le tagliatelle e a pranzo ce le siamo mangiate. A scuola sarebbe impossibile, con mezz'ora di pullman si può fare. C'è un senso a tutto ciò, oltre quello che tutti si devono parare le spalle perchè ormai a ogni bua parte un avvocato con una causa contro una scuola o un'insegnante?

Poi però si sogna la LIm... 
"Oggi la scuola è piena di questi sotterfugi e stratagemmi che sono un insulto all’intelligenza dei ragazzi. Ultima tra queste è l’introduzione della LIM (Lavagna interattiva Multimediale) che non significa portare a scuola strumenti tecnologici o tecnici per fare ricerca scientifica, ma solo scimmiottare la realtà e replicare l’instupidimento e la passività da schermo, l’immobilità ulteriore dell’esperienza corporea. "

Sto tenendo in questi mesi molti corsi di formazione, e mi accorgo che troppi sono gli insegnanti che sono presi dall'ansia LIM, dalla frenesia del "devo imparare a usarla", senza chiedersi quali obiettivi, quali contenuti, quali competenze dovrebbero raggiungere i loro allievi. Maestre stressate e ansiose (con spesso tutte le ragioni) che a casa non hanno tempo di lavorare al computer, che non sono iscritte a nessun socialnetworks o gruppo di lavoro e di autoaggiornamento in rete, ma che vorrebbero in poche ore "saper fare cose". La stessa ansia dei bambini in prima elementare che dal primo giorno vorrebbero scrivere, salvo poi stufarsi dopo la prima settimana.
In una sala per conferenze con 100 persone davanti pochi giorni fa, dopo due ore di incontro in cui mi era stato offerto un computer e un videoproiettore, una collega arrabbiatissima si è alzata chiedendo "Quando facciamo qualcosa di pratico?". 
A parte l'assurdità della domanda in quel contesto, giustamente anche le maestre vorrebbero mettere "le mani in pasta" ma anche a loro questo viene negato. E allora se è chiaro che davanti a uno schermo per 4 ore ci si annoia anche da adulti e anche se il relatore è un mago (e non è il mio caso!) perchè lo schermo della LIM dovrebbe trasformare le nostre lezioni in qualcosa di fantastico? Solo perchè a turno 27-28 bambini possono metterci le ditina sopra e spostare parole e oggetti? 

Sono arrabbiata con questa scuola, sono arrabbiata con tutti quelli che hanno permesso che diventasse così, e con me stessa per non aver saputo lottare abbastanza per impedirlo.


Cerchiamo di continuare..


21.5.13

La classe digitale tra normativa e nuove opportunità.



Grazie ad Alberto Ardizzone di Porteapertesulweb per questa utile risorsa!
(cliccate sulla freccia grande in basso per far avanzare le sezioni della mappa, e poi sui vari link)

14.5.13

Porteapertesulweb: convegno a Milano

Complimenti davvero a Alberto Ardizzone, Mario Varini, Roberto Scano, all'avvocato Belisario e agli altri ospiti del convegno di Porteapertesulweb di oggi: tutti chiari, brillanti, simpatici e con una marea di informazioni utilissime (che a breve so che saranno condivise in rete).
E stiamo parlando di un convegno su accessibilità e dematerializzazione nella PA!;-))

Ecco due video dell'intervento dell'avvocato Belisario, da non perdere per la chiarezza e la mole di informazioni.

La piuma



Equilibrio, bellezza, grazia, leggerezza...e pazienza. Da guardare fino all'ultimo secondo 

12.5.13

Giro della Bra Bra



Come ogni anno da tre anni a questa parte ecco il giro della Bra Bra. 
Quest'anno 98 km, e 1200 mt di dislivello su e giù per le colline e tra i vigneti. 
Una giornata spettacolare, in discesa non si poteva non urlare di gioia! 
In salita poi urlavo "dentro"...

8.5.13

Il primo volo

Mi ha strappato qualche lacrima, tenerezza, poesia, un momento di bellezza tra le brutture in cui ci imbattiamo ogni giorno.

6.5.13

L'uomo che piantava gli alberi




"Poco più di 30 anni fa, un adolescente di nome Jadav “Molai” Payeng cominciò a spargere semi lungo un banco di sabbia arida nei pressi della sua città natale nella regione settentrionale dell’India Assam per far crescere un rifugio per la fauna selvatica. Non molto tempo dopo, decise di dedicare la sua intera vita a questo sforzo, trasferendosi nel luogo dove avrebbe potuto lavorare a tempo pieno alla creazione di un nuovo ecosistema, una  lussureggiante foresta. Incredibilmente, il luogo oggi ospita una tentacolare di 1.360 ettari di giungla che Payeng ha piantato – da solo..." 

Leggete tutto l'articolo

5.5.13

Non chiudete questo presidio di legalità



Il 25 novembre del 2011 avevo pubblicato questo video in cui la Preside della scuola Viviani nel Parco Verde di Caivano, vero e proprio presidio di legalitàci raccontava della fatica ma anche delle piccole soddisfazioni di un lavoro in una delle aree più difficili della provincia di Napoli.

Ora pare che la scuola la si voglia chiudere!
Ascoltate l'appello accorato della preside, e inoltrate messaggi al nuovo Ministro dell'Istruzione (anche attraverso Fb)

2.5.13

Il gioco del mercato


Per affrontare in mododivertente il complesso mondo della spesa, del ricavo e del guadagno abbiamogiocato al mercato.
Non avevo ben chiari tutti ipassaggi e le difficoltà che sarebbero potuti sorgere, ma ho deciso che valevala pena vedere man mano che cosa nasceva direttamente dall’esperienza.
Essendo gli alunni 27 ancheil gran numero è da considerare una difficoltà per l’organizzazione cherichiede, ma quando il gioco interessa e piace difficilmente ci sono problemidi comportamento.

I bambini hanno portato inclasse molti giochi posseduti (verdura, frutta e altri cibi in plastica,stoviglie e pentole gioco....)
Ci siamo divisi in tregruppi:
1° gruppo: mercatogenerale/ingrosso
2° gruppo: negozianti
3° gruppo: acquirenti

Abbiamo preparato semplicifoglietti di carta che rappresentavano monete e banconote:
-monete da 50 centesimi e 1euro
-banconote da 5, 10, 50 euro

I negozianti hanno preparatouna griglia con le seguenti voci:

prodotto
Spesa unitaria
quantità
Spesa totale
Ricavo
unitario
Quantità
venduta
Ricavo totale
guadagno

































1° FASE DEL GIOCO:
i negozianti (5 coppie)hanno avuto un budget di 415 euro. Si sono recati ai mercati generali e hannofatto i loro acquisti segnando in tabella cosa hanno acquistato, la quantità,la spesa unitaria e la spesa totale.

2° FASE:
i negozianti hannoorganizzato sui loro banchi il negozio con i cartellini dei prezzi (ricavounitario), stabilendo quindi quanto volevano guadagnare su ogni prodotto.

3° FASE:
con i negozi finalmente“aperti” gli acquirenti (che avevano a disposizione un gruzzolo di denaro)hanno iniziato a fare i loro acquisti.

4° FASE: inegozianti hanno calcolato il loro guadagno

Il gioco è durato tutta lemattinata, e i bambini si sono divertiti molto.

OSSERVAZIONI E IDEEINTERESSANTI

1.    Essendo il gioco complesso si è deciso di riproporloma in due giorni diversi
a.    nel 1° solo la fase dell’acquisto da parte deinegozianti all’ingrosso, e compilazione delle prime 4 colonne della tabella
b.    nel 2° le fasi della preparazione dei negozi, dellaspesa da parte degli acquirenti e della compilazione delle altre 4 colonnedella tabella.
2.    Discutendo è nato il problema della merce avanzata innegozio (che prevederà in seguito un discorso sui saldi, sugli sconti e sulleofferte), ma che al momento ha fatto sì che si decidesse per comodità diacquistare meno merce all’ingrosso e di terminare il gioco solo all’avvenutavendita di tutti gli oggetti. Questo faciliterà il conto per stabilire ilguadagno.
3.    Si è deciso di portare alcune calcolatrici cheabbiano funzione di cassa.
4.    Si è deciso di dotare i negozianti di un cartellinodi riconoscimento, per evitare (come successo) che alcuni acquirenti non aventidiritto si infiltrassero e acquistassero all’ingrosso.
5.    Alcuni negozianti hanno avuto molti acquirenti ehanno suggerito di distribuire i biglietti per la coda.
6.    Si è deciso che è meglio eliminare le banconote da 50euro (la merce non raggiunge tale valore) e aggiungere le monete da 10 e 20centesimi.
7.    Alcuni bambini volevano fare una “carta punti” per iclienti, ma si è deciso di desistere al moment per non avere troppecomplicazioni.
8.    Alcuni venditori all’ingrosso per far fuori la mercehanno iniziato a vendere “pacchetti di prodotti”, si è deciso fin da subito cheil negoziante avrebbe rivenduto lo stesso pacchetto perché non si sarebbepotuti risalire al prezzo unitario dei singoli pezzi.

LAMENTELE

“qualcuno ha venduto merceda poco spacciandola per preziosa!”

“stavo vendendo unacaffettiera a una compagna nel mio negozio quando è arrivata un’altra compagnache le ha fatto notare che c’era un difetto nel manico e mi ha fatto perdere lacliente!

OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE
Nell’arco della mattinatasono nate molte idee davvero interessanti, e le conoscenze dei bambini sonoaffiorate giocando.
E’ stato interessante anchescoprire come alcuni termini quali “utile”, “guadagno”, “profitto” sianosinonimi.
Sul quaderno nei giorniprecedenti all’esperienza erano stati fatti problemi tratti dal libro “Matematicaal volo in quarta” di Camillo Bortolato (ediz Erickson). I problemi nonhanno un racconto testuale ma solo immagini, alcuni dati e tabelle dacompletare. Il metodo appare molto utile.






Un bel dibattito è nato poi nel gruppo"insegnanti" su Fb (3200 membri), in cui oltre ad altre esperienze di colleghi si è parlato dell'importanza di far conoscere fin dalla scuola primaria la differenza tra COSTO e PREZZO, e tra TASSE e IMPOSTE.
Voi la conoscete? ;-)


1.5.13

Le parole nere

"La parola abbaglia e inganna perché è mimata dal viso, perché la si vede uscire dalle labbra, e le labbra piacciono e gli occhi seducono.
Ma le parole nere sulla carta bianca sono l'anima messa a nudo."

Guy de Maupassant (scheda)


Amo


“Amo le cose belle, le belle storie che dicono qualcosa, mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore.

E’ bello aver la pelle d’oca, significa che stai vivendo.”

(Josè Saramago)

Incontro del 1° maggio

Ho sentito sbattere sul vetro, e l'ho trovato un po' stordito sul mio terrazzo.
E' stato un po' a riposarsi, e poi è ripartito.
Buon 1° maggio, e attento a questo mondo piccolo amico!